Il primo passo è il riconoscimento dei loro diritti |
"Il primo vero cambiamento nella vita di queste donne è la presa di coscienza dei propri diritti", ci spiega Giorgio Zucchello, Direttore cooperazione internazionale Intervita Onlus. "Spesso queste ragazze non sanno di avere dei diritti, soffrono in silenzio. Non sanno che possono dire basta, che c'è un altro modo di vivere, di essere donna. Le donne che aiutiamo hanno alle spalle una vita difficile, di sacrifici o peggio di violenza. Noi insegnamo loro un lavoro, diamo a queste donne la possibilità di uscire di casa per lavorare, concediamo loro un microcredito con cui avviare piccole attività generatrici di reddito per essere indipendenti o per contribuire al mantenimento della famiglia. Sosteniamo le scuole e gli asili in cui ci prendiamo cura dei loro bambini durante il giorno, portiamo vaccinazioni e assistenza sanitaria alle donne e alle bambine dei villaggi più poveri. In una parola, diamo loro una nuova vita, fatta di rispetto, di orgoglio, di speranza." |
Se vuoi sostenere l'impegno di Intervita Onlus e saperne di più sul sostegno a distanza, clicca qui. Se desideri parlare con un operatore chiama il 848 883388. Per maggiori informazioni visita il sito http://network.aufeminin.com/call/cliccommand/3941273/980453? |
la classe non è acqua
ciao spero che questo spazio sia di tuo gradimento torna a trovarmi un bacioooo
lunedì 28 marzo 2011
Se tu fossi nata in Africa
Se tu fossi nata in un villaggio povero dell'Africa, ora probabilmente saresti in cammino per raggiungere il pozzo più vicino al tuo villaggio. Il sole scotta già di prima mattina, la sete si è fatta insostenibile anche per il tuo bambino che porti legato alla schiena. Non piange più, povero piccolo, stremato dalla fame e dalla sete. Passo dopo passo, anche tu ti senti sempre più debole. Il cibo e l'acqua scarseggiano: quel poco che c'è, lo riservi tutto per i tuoi 5 figli e per tuo marito. Il suo benessere è più importante del tuo, questo lo sai bene. Te lo hanno insegnato fin da bambina e te lo ricorda lui ogni giorno, con i suoi modi bruschi e spesso violenti. È per questo che, nonostante la fatica e la debolezza, stai camminando da ore ormai, sotto il sole, sorreggendo il peso del tuo bambino sulla schiena e quello delle taniche in testa e sulle braccia. …E se invece fossi nata in America Latina: probabilmente staresti lavorando il piccolo pezzo di terra arida, poco fertile, che zappi e semini con la forza della speranza, aiutata solo dal pensiero di poter dare qualcosa da mangiare al tuo bambino che tra poco nascerà. Mancano pochi giorni al parto: lo sai che quel giorno sarai sola ad affrontare il dolore e la paura, senza l'aiuto di nessun dottore, senza nessun tipo di assistenza sanitaria…speri solo vada tutto bene, che tu e il tuo piccolo sopravviviate. Certo la tua vita è dura: giornate lunghe, faticose. Il cibo non basta mai, il denaro in casa tua quasi non esiste. E pensare che da bambina sognavi di fare la sarta, di confezionare abiti bellissimi…
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento